“Specchio specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”: quante donne se la sentirebbero di porre davvero questa domanda allo specchio che ogni mattina le saluta, da sopra il lavandino, mentre appena sveglie si sciacquano il viso? Probabilmente molto poche. Perché? Perché a moltissime donne quello specchio, più che per salutarle, sembra messo lì soltanto per giudicarle. Lo specchio diventa così un giudice impietoso i cui verdetti non lasciano mai scampo ad un’assoluzione: specchiarsi? Come mettersi sul banco degli imputati. Senza nessuna presunzione di innocenza. Tutto questo perché in realtà lo specchio non diventa altro che l’esasperazione dei propri occhi che, con criticismo, sono sempre pronti a scrutare ogni difetto fisico che si ha o si è convinti di avere. L’immagine diventa il valore per eccellenza e, naturalmente, non si tratta di un’immagine qualunque: il diktat assoluto è essere sempre impeccabili, bellissime, in forma smagliante, dalla pelle perfetta e dal fisico scolpito. Lo specchio, però, ha il brutto vizio di riflettere anche le cose che non vorremmo vedere: quando non accettiamo il nostro aspetto ecco che allora rifiutiamo il nostro riflesso. Lo specchio negato diviene dunque emblema della non accettazione del proprio corpo e del marasma di insicurezze e mancanza di autostima che ne deriva.

Lo specchio si infrange quando si infrange il sogno di piacersi.
Lo specchio si infrange quando si infrange il sogno di piacersi.

Come sono

Cosa dovrebbe essere in grado di dire una donna davanti allo specchio? “Eccomi, io sono questa. Questo è il modo in cui sono fatta. Mi va bene come sono”. Naturalmente di rado le cose sono così idilliache: se, da una parte, è naturale e anzi salutare volersi prendere cura del proprio corpo, d’altro canto accettarsi non significa trascurarsi ma riuscire ad amarsi anche quando non ci si conforma ad un modello ideale di bellezza propinato da chissà chi.

Mi guardo, Mi scruto, Mi odio

Il buongiorno si vede dal mattino? Forse non sempre: quando “svegliarsi” significa ispezionarsi allo specchio senza darsi tregua trovando al proprio povero corpo sempre mille e più difetti… Difficilmente potrà essere un buongiorno. La mattina passa, tra corse sui marciapiedi per andare in ufficio (evitando accuratamente di guardare il proprio profilo sfilare sulle vetrine) e occhiate alle “altre donne”. Quante volte qualunque altra donna vi è sembrata indiscutibilmente più bella, più attraente, più in forma, di voi? Quante volte, tornate a casa, vi siete sentite sconsolate all’idea di tutti gli occhi che, dopo avervi guardate, vi avranno di certo giudicate orribili? Avete sempre dimenticato un dettaglio fondamentale: quei fantomatici occhi erano i vostri occhi perché è chi non ama la propria immagine che non riesce mai a smetterla di criticarla.

Non mi piaccio: cosa faccio?

Semplice, mi chiudo in casa. Sono un mostro, nessuno mi guarderà mai (se non per passare al setaccio tutti i miei difetti e considerarmi, alla fine, inguardabile), a che pro uscire? Una visione eccessivamente negativa del proprio aspetto fisico spesso si traduce in un’insicurezza paralizzante: la mancanza di autostima è una distesa di sabbie mobili da cui può essere difficile uscire.

Il dramma di guardarsi allo specchio e vedersi sempre peggio di come si è.
Il dramma di guardarsi allo specchio e vedersi sempre peggio di come si è.

Come vorrei essere

Ma il nostro “come sono” rispetto a cosa ci appare assolutamente inadeguato? Naturalmente rispetto a come vorremmo essere! Quante donne hanno chiaramente in mente esattamente come vorrebbero fosse il proprio aspetto fisico? Peccato però che l’immagine che quello specchio, per quanto negato, ci offre sarà sempre più reale di qualsiasi elucubrazione.

I modelli di bellezza irraggiungibili

Ma se il “come vorrei essere” è spesso tanto distante dal “come sono” da cosa si prende spunto per costruirsi la propria immagine ideale che lo specchio, a quel punto amico fedele e diletto compagno, vorremmo riflettesse? Per costruire la propria immagine di aspetto fisico ideale basta semplicemente pescare a piene mani da tutti i modelli di bellezza irraggiungibili che ci nuotano continuamente davanti agli occhi semplicemente aprendo una rivista o guardando un programma tv. Questi “modelli di bellezza” diventano l’unica idea di bellezza: conformarsi ad essi diventa perciò l’unica via per considerarsi attraenti.

Anche Barbie ha bisogno delle maschere di bellezza!
Anche Barbie ha bisogno delle maschere di bellezza!

Lo specchio non è solo ciò che appaio: è ciò che sono

Qual è il rischio più grande del non riuscire proprio ad accettare quell’immagine che lo specchio si ostina a riflettere? Il rischio è di estendere il giudizio negativo che si da ad un determinato difetto del proprio fisico a tutta la propria persona: non accettare un proprio difetto, qualcosa che non si ama del proprio corpo, si traduce in non sentirsi   “abbastanza bella”  e se non ci si reputa abbastanza attraenti come ci si può ritenere “abbastanza in gamba” in un mondo dove l’immagine regna come sovrana incontrastata? Un giudizio “meramente estetico” diventa così un giudizio di valore: non sentirsi all’altezza di un modello di bellezza, non riuscire a raggiungere gli standard fisici che ci si era prefissati come obbiettivi imprescindibili, diventa un non sentirsi all’altezza di affrontare le diverse sfide che la vita ci pone continuamente. Non accettare il proprio riflesso diviene non accettarsi in toto. Se non si è belle a sufficienza come ci si può amare? Come si può avere stima di se stesse?

Non sono bella? Non valgo niente!
Non sono bella? Non valgo niente!

Lo specchio: da negato ad accettato

  • Il primo passo per superare la non accettazione del proprio corpo passa necessariamente verso una presa di coscienza che sia, però, obiettiva. Tutti quei difetti che vi appaiono scogli insormontabili lo sono davvero o sono piuttosto sassolini che si perdono nella distesa dorata di tutti i vostri punti di forza e che diventano praticamente invisibili quando il vostro aspetto è illuminato da un vostro sorriso che fa timidamente capolino? Il primo piccolo grande passo da compiere è quindi quello di cercare di guardare dentro lo specchio vero e non dentro lo specchio deformato delle proprie insicurezze.
  • Dopo essersi guardate con obbiettività bisogna anche essere capaci di darsi, se proprio necessari, degli obbiettivi raggiungibili per migliorare la propria immagine. Cosa fondamentale? Che quei modelli abbiano come meta non l’assomigliare alla star di turno quanto piuttosto lo stare bene nella propria pelle.
  • A questo punto avete deciso che inizierete ad amarvi quando vi troverete più belle? Sbagliato! Il vostro corpo non è una compagnia che potete apprezzare o denigrare a piacimento, un inutile involucro a cui imporre sacrifici mentre voi lo disprezzate in segreto. Voi dovete essere, senza condizioni, le vostre migliori amiche. Sempre.
Parola d'ordine: piacersi!
Parola d’ordine: piacersi!